Il Cinema a Teatro "Uno sguardo dal ponte"
L'opera di Artur Miller , "uno sguardo dal ponte" racconta di
un amore a limite del malato, può ricordare lolita, senza ovviamente il sesso
.
La storia si svolge nell'America degli anni 50 e racconta di
una famiglia italo americana proveniente dalla Sicilia composta da marito, moglie, una nipote e due lontani cugini, ma soprattutto di questo amore
leggermente possessivo e malato da parte del marito, Eddie Carbone, nei
confronti della sua nipote Caterina.
Vederla portata in scena da Massimo Popolizio come regista e
protagonista nei panni di Eddi Carbone è stato meraviglioso, come la scena in
cui vuole denunciare Rodolfo perché preso dalla gelosia chiede ad un suo
amico avvocato come fare, se c'è una legge che può fare qualcosa perché questo
ragazzo canta, cuce, balla e soprattutto è BIONDO , (il fatto di essere
biondi è un tema molto controverso nell'opera, come a voler stigmatizzare la
sua stupidita a causa del suo colore dei capelli, questo concetto sarà
riportato anche da altri attori nell'Opera).
Un altra scena che ho trovato molto interessante è quando
oltre ad aver spiegato che il biondo è causa dei normanni, Rodolfo
interpretato da Adriano Exacoustos si mette a ballare e a cantare a cappella la
canzone di The Mills Brothers "Peper Doll" come a volersi definire
bambola ma al tempo stesso grazie alla vivacità del momento voleva trasmettere
libertà e felicità di essere come era.
L'incontro con gli artisti senza aver visto l'opera, perché
nel mio caso sono andata a vederla il giorno dopo, è stata una scelta molto
valida, perché non hanno raccontato semplicemente l'opera ma anche qualche
piccola curiosità come quella che Artur Miller non voleva che si parlasse in
siciliano ma poi Luchino Visconti lo convisse e cosi portò questo dialetto/cadenza
nella sua opera; hanno parlato di teatro e delle difficoltà nello stare fuori
casa per più giorni, ma che al tempo stesso la possibilità di portare un'opera in così tanti
teatri è rara e va preservata.
Ora però torniamo al nostro amato cinema, e del perché sono andata a vedere "uno sguardo dal ponte", la motivazione è semplice: volevo vedere un opera cinematografica a teatro, se pur in realtà questa opera nasce teatrale e poi grazie a Sidney Lumet, nel 1962 diventa un film.
Film vincitore di un David di Donatello a Raf Vallone come
attore protagonista, un film che ha fatto "scalpore" quando è uscito
nelle sale per la scena in cui Raf Vallone che interpretava Eddie Carbone il
quale bacia sulla bocca Jean Sorel (Rodolfo) in segno di sfida ed umiliazione
per intimidirlo a non farlo sposare con la sua amata nipote Caterina, un film
totalmete e ovviamente in bianco e nero che se pur l’opera teatrale portata in scena
è stata impeccabile , il cinema è sempre il cinema.
Commenti
Posta un commento