Film Adam del 2009
Prima di parlare di questo film vogliamo fare una piccola premessa: ormai lo sapete, abbiamo deciso di affrontare varie tematiche un po' più delicate trattate all’interno del cinema: abbiamo parlato della salvaguardia dell’orso polare (lo trovate sempre nella sezione “film significativi”) e sulla festa del 8 marzo dove abbiamo voluto dare con l’aiuto della pittura una chiave un po' diversa e meno scontata del “viva le donne”. Oggi invece cercheremo di trattare sempre con il dovuto rispetto di un disturbo del neurosviluppo: la sindrome di Asperger.
La sindrome di Asperger è una forma di autismo che non tocca la disabilità linguistica o intellettiva ma bensì limita la capacita comunicativa e di socializzazione, in poche parole chi soffre di questa sindrome ha la tendenza a vedere il mondo in maniera diversa, con meno immaginazione, ma con un intelligenza molto brillante, affrontando le giornate con movimenti ripetitivi, maniacali giorno per giorno (alcuni per esempio mangiano sempre le stesse cose per settimane) e hanno delle difficoltà a relazionarsi con altre persone.
Già dalle prime scene il film è toccante, Adam è stato inviato ad una festa da Beth “alle 8 circa” e nell’interminabile attesa dello scorrere i minuti si vede l’insofferenza, l’ansia e lo smarrimento di questa bussata alla porta che allo scoccare del ora non accadde, lui cammina avanti ed indietro, respira in maniera affannosa e poi quando Beth bussa alla porta, Adam fa una serie di ripetizioni con le mani conserte, ha paura, si guarda allo specchio e non apre, non riesce, più avanti in un'altra scena simile dara una testata allo specchio senza provare dolore.
“Adam” è sicuramente un film
drammatico, se fino a metà pellicola crediamo che Max Mayer abbia incentrato l’intero
film sul concetto di amore come cardine principale sul finale veniamo
immediatamente smentiti, e sentiamo l’esigenza di rivederlo per vederlo nella
chiave giusta, quella del “si può fare tutto, non ci sono limiti”; perché Adam
mosso da mille paure, lacrime e solitudine da solo cambia città, trova un
lavoro dove spiega la funzione dei telescopi a gruppi di persone senza essere
prolisso, aiuta una sua collega perché percepisce in lei la fatica, Adam quindi
cambia senza cambiare, commovente l’ultima scena quando riceve un pacco da Beth
nel quale gli regala il suo primo romanzo per bambini che racconta la storia di
Adam facendolo diventare un procione, con le dedica “ hai visto dove siamo
arrivati”.
Sarebbe troppo riduttivo dare un voto a questa pellicola cinematografica, semplicemente incantevole.
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